Internet: i server vanno in Islanda per la libertà garantita al Web. E per il freddo
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Ad attirare gli investimenti stranieri non c'è solo una legislazione che protegge la circolazione di informazioni e dati sulla Rete, ma anche il clima rigido: per raffreddare i calcolatori non serve l'aria condizionata e si risparmia energia.
L’Islanda potrebbe diventare per Internet quello che la Svizzera è per le banche. Il paese dei geyser e di quel vulcano dal nome impronunciabile che ha messo a terra gli aerei di tutta Europa, si sta infatti proponendo come l’Eldorado del mondo in rete. Grazie a una legislazione che oggi protegge WikiLeaks e che potrebbe essere estesa per proteggere da cause civili e penali tutti i server che decidessero di migrare lassù. E grazie a una politica economica aggressiva che tende ad attrarre nell’isola le server farm più grandi del mondo, sfruttando il clima rigido che consente risparmi di energia e, quindi, di costi.
Il conto del risparmio è presto fatto, oggi per ogni watt consumato per alimentare un server, se ne spende tra il 40 e il 60% in più per il suo raffreddamento. Inoltre una server farm in Islanda fa risparmiare l’equivalente di mezzo milione di tonnellate di anidride carbonica l’anno rispetto ad una costruita in un’altra parte del mondo.
(Luigina D’Emilio)
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Fonte: ilfattoquotidiano.it
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