Per affrontare la crisi si può ripartire dalla canapa. Del resto è noto il proverbio "non c'è erba che guardi in su, che non abbia la sua virtù". Ne è pienamente consapevole Assocanapa, il coordinamento nazionale per lo sviluppo e la diffusione della canapicoltura in Italia. L'obiettivo di questa associazione è di promuovere lo sviluppo sostenibile e l'imprenditoria giovanile con i prodotti ricavabili dalla trasformazione di questa pianta.
Si tratta della stessa tipologia di canapa usata dai fumatori di marijuana, ma in questo caso i semi sono certificati dall'Ense, struttura del ministero dell'Agricoltura, che ha riconosciuto ad Assocanapa l'attività di riproduzione del seme con Thc (principio attivo della sostanza stupefacente) inferiore allo 0,2%, così come da normativa europea. La coltura di canapa, oltre a contrastare la deforestazione, la desertificazione, contribuire al risparmio idrico in agricoltura e alla bonifica dei siti, rappresenta una risorsa in grado di promuovere lo sviluppo sostenibile.
"Della canapa non si butta via niente - spiega Michele Castaldo, membro del consiglio direttivo nazionale di Assocanapa e referente per la Campania e la Calabria - è sicuramente una preziosa opportunità per rilanciare l'agricoltura creando un nuovo rapporto tra agricoltura e industria. Le aziende agricole e l'industria possono trasformare la canapa e produrre beni che non daranno mai alcun problema di recupero o smaltimento".
In Italia sono già attive trasformazioni tese alla produzione di oli essenziali, farine di semi per uso alimentare, mattoni di calce e canapulo e pannelli di fibre altamente termo/fono/assorbenti utilizzati per la riqualificazione energetica delle abitazioni.
Fino ad oggi, le materie prime per questi prodotti arrivano dall'estero, soprattutto da Cina e Romania. Ciò è dovuto al fatto che in Italia non ci sono ancora filiere di trasformazione meccanizzate. Ma qualcosa si sta muovendo in Campania, al momento, sono allo studio tre progetti per realizzare impianti di prima trasformazione. (Piedimonte Matese, Benevento e Salerno)
Se almeno uno di questi progetti sarà attuato giovani imprenditori potranno reperire materia prima da trasformare a livello locale entro due anni.
La ricerca in Campania è titolata dall'istituto di Chimica e tecnologia dei polimeri del Cnr di Pozzuoli e dal dipartimento di Ingegneria strutturale della Federico II, che utilizza la fibra di canapa per rinforzo sismico delle strutture murarie. Oltre a questi Istituti altri 5 dipartimenti della Federico II e della seconda Università di Napoli stanno effettuando studi e ricerche nei molteplici campi di applicazione. In un futuro proiettato verso il verde, anche la canapa vuole prendersi una rivincita, dopo decenni di messa al bando.
Fonte: La Repubblica
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2013/06/05/news/si_ritorna_alla_canapa_per_trovare_lavoro-60443713/
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