Decalogo europeo contro il cancro
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Nel 1987 tutti i Paesi della Comunità Europea lanciarono per la prima volta come grande campagna di informazione sui tumori "Il decalogo europeo contro il cancro", a cui fanno riferimento i principali istituti di ricerca e cura. La serie di norme sono elencate basandosi sulla prevenzione primaria e su quella secondaria, in quanto la prima, permette di contrastare le cause dell’insorgenza della malattia, mentre la seconda si propone di identificare eventuali forme di cancro sin dalle fasi iniziali, quelle in cui sono maggiori le possibilità di cura e guarigione.
Pertanto tutta la popolazione sana venga chiamata ad effettuare esami specifici che costituiscono i cosiddetti screening di massa e venga altresì invitata ad adottare uno stile di vita più salutare per prevenire alcune neoplasie e migliorare lo stato di salute.
Il progetto ha dunque ottenuto con poche eccezioni, nella maggioranza delle nazioni europee, una riduzione dei tassi di mortalità, che si stima possa continuare anche per i prossimi anni.
E in Campania, cosa succede?
Uno studio del 2004, “Triangle of death” linked to waste crisis, pubblicato su Lancet Oncology, considerata per importanza tra le prime cinque riviste medico-scientifiche al mondo, dichiarava l'agghiacciante correlazione tra l’inquinamento ambientale del sud Italia e l’aumento dell’incidenza dei casi di cancro. L’autore, ricercatore di Fisiologia Clinica del Cnr, Alfredo Mazza, denunciava la gravità dell’emergenza rifiuti che ha esposto migliaia di persone a sostanze tossiche per decenni. Per triangolo della morte intendeva la vasta area della provincia di Napoli compresa tra i comuni di Acerra, Nola e Marigliano. Un ulteriore studio del 2007 dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche e Regione Campania ha monitorato in 196 comuni campani la mortalità per tumori e le malformazioni congenite nel periodo dal 1994 al 2002. Lo studio ha evidenziato che, oltre ad un eccesso significativo della mortalità per tutte le cause, nei comuni della provincia di Caserta e in quella di Napoli, sono stati inoltre riscontrati eccessi di malformazioni congenite. Anche in questo caso la relazione evidenzia che le zone a maggior rischio identificate sono interessate dalla presenza di discariche e siti di abbandono incontrollato dei rifiuti. Nelle discariche legali, e soprattutto in quelle illegali utilizzate dall'ecomafia, sono state sotterrate per circa un ventennio sostanze tossiche. Dai sali di ammonio ai sali di alluminio, al piombo, e addirittura sepolte in questa zona ci sarebbero anche sostanze radioattive provenienti da rifiuti speciali ospedalieri. Emerge quindi che gli effetti sulla popolazione della tossicità di questo scempio ambientale, sono di due tipi: malformazioni fetali, fino al mancato sviluppo di un organo e sviluppo di tumori, sia negli adulti che nei bambini. Gli organi maggiormente colpiti sono: vescica, fegato, stomaco, mentre tra i 20 e i 40 anni il rischio leucemie e linfomi è più elevato.
A questo tipo di attività illecite, si aggiungono i roghi di rifiuti appiccati quotidianamente e sistematicamente. La crisi dei rifiuti in Campania del 2007-2008 è già stata teatro di numerosi incendi bruciati per smaltire i cumuli di immondizia, ma quelli che avvengono ancora indisturbati da oltre vent’anni in oltre 40 Comuni delle province di Caserta e quelle di Napoli, sono incendi dolosi di copertoni e di materiali industriali e non, quali elettrodomestici, eternit,etc. che sprigionano sostanze altamente tossiche. In queste zone oramai tutto è contaminato: le emissioni precipitano, l’inquinamento dell'aria si traduce inevitabilmente in un inquinamento del suolo, della terra e delle acque e gli agenti inquinanti sono ben al di sopra dei livelli consentiti.
In conclusione, in Campania, la causa dell’aumento di mortalità per cancro, in contro tendenza alla media europea, è sicuramente imputabile all’inquinamento ambientale. Un atteggiamento sano del proprio stile di vita, così come suggerito da Il Decalogo Europeo, non sembra aver senso alla luce di quanto è avvenuto ed ancora avviene alle spalle di tutti i cittadini Campani. Non è difficile immaginare che la prevenzione secondaria è un business maggiormente redditizio rispetto a quello della prevenzione primaria, che sembra non trovare interesse in alcuno.
Paola Dama su doctorlive.it
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