Movimento Forconi: La rivoluzione siciliana
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08:08
La rivoluzione é iniziata. l’Italia si sta destando. Basta lacrime e sangue, basta tasse e rinunce per pagare i debiti che il nostro governo ha contratto con le banche private. Il popolo italiano si indebita, aziende falliscono, le nuove generazioni non avranno la pensione, i giovani non hanno lavoro. É ora di dire basta.
Forse non lo sapete, dato che tutti i principali media hanno deciso di non parlarne, ma in Sicilia é iniziata la rivoluzione. Se la notizia si propagasse per tutta l’Italia, se lo spirito di ribellione dei nostri amici siculi dovesse attecchire in tutto lo Stivale, il popolo italiano, unito nella protesta, potrebbe riprendersi la propria sovranità. Gli italiani tornerebbero padroni a casa propria. Assisteremo alla cacciata dei creditori stranieri, riprenderemo in mano il nostro debito pubblico impazzito, nazionalizzeremo la nostra moneta. Indiremo un referendum per consacrare democraticamente il nostro volere. Ci sarebbero nuove elezioni così, finalmente, saremo noi ad eleggere chi ci governerà.
Ok, sto divagando in fluttuanti proiezioni oniriche, torniamo con i piedi per terra: La Rivoluzione Siciliana é un dato di fatto, sta accadendo realmente. É cominciato l’altro ieri il blocco pacifico di tutta la Trinacria. Tutti i principali porti, le raffinerie e gli snodi dell’isola sono stati occupati. Questa battaglia sociale e culturale é già stata battezzata come il movimento delle “5 giornate di Sicilia”.
Alla rivoluzione stanno partecipando non solo giovani, disoccupati e sotto-occupati ma anche imprenditori, agricoltori, pescatori, trasportatori e commercianti. Tutta la Sicilia é in sobbuglio. L’intera società siciliana é incazzosamente in fermento, contro Monti e i suoi amici.
Si legge sui manifesti: “Non una guerra tra poveri, ma una guerra insieme contro questa classe dirigente che ancora una volta vuole farci pagare il conto. Vogliamo scrivere una pagina di storia e la scriveremo. Siamo siciliani veri ed invendibili. Ora il gioco comincia a farsi duro”.Meenghia, qui si fa sul serio!
La grande chiamata alla protesta parte da una piccola associazione di agricoltori ben presto rimpolpata da allevatori ed autotrasportatori,il “Movimento dei Forconi”. la Sicilia ci insegna ancora. Basta una piccola scintilla per dar vita ad un grande fuoco. In pochi giorni, nella terra degli agrumi, si é passati da alcuni manifesti affissi qua e là, ad una vera e propria rivoluzione.
I “Forconiani” non sono ne di destra, ne di sinistra. Al movimento “Possono partecipare tutti, basta che siano apartitici”. Solo senza divisioni interne possiamo diventare come una grande fiamma che danza armoniosa e flessibile nell’aria, aggraziata e devastante nell’unione di tutte le sue parti. La nobiltà di questo pensiero viene da un gruppo di pastori siciliani, gente umile e semplice ma dai quali dobbiamo tutti imparare. Come ogni rivoluzione che si rispetti, anche questa è nata dal basso. Ora tocca a noi fare in modo che questa grande fiamma non si esaurisca in soli 5 giorni, ma che continui ad ardere per giorni, settimane, mesi; l’incendio deve valicare lo stretto e raggiungere prima Roma e poi Bruxelles. (Prima che qualcuno si improvvisi Nerone, ci tengo a sottolineare la natura pienamente simbolica del mio pensiero.)
In Sicilia si raffina il 50% di tutta la benzina che circola in Italia. É la prima regione d’Europa per la produzione di GPL. Qui confluisce tutto l’oro nero dei viadotti algerini e libici. E allora perchè tutta la ricchezza che quest’ isola produce va tutta da altre parti?Migliaia di lavoratori sono sfruttati e sottopagati. Mentre le salatissime accise sull’oro nero continuano ad aumentare, la loro condizione peggiora. La rivoluzione non poteva che partire da qui. La regione italiana in cui la condizione di vera e propria schiavitù del popolo italiano è più marcata. Tutti quei soldi che la Sicilia produce vanno allo stato che li rigira ai creditori del FMI, della BCE e agli speculatori finanziari, ovvero tutti quei ricchi e pochi privati che detengono il nostro debito pubblico.
Ovviamente, alla grande abbuffata, non può che prender parte anche la nostra casta politica, l’unico gruppo di italiani che non sta risentendo della crisi. Tutto il Parlamento italiano guidato da Monti, l’amico degli speculatori finanziari e delle banche, sta remando contro il popolo italiano, sta continuando a fare gli interessi della BCE, del FMI e delle grandi banche che mirano soltanto a spillare a noi italiani quanti più soldi possibili. Purtroppo per loro però l’Italia è ormai all’osso e gli italiani sono particolarmente incazzati.
Proprio da queste raffinerie é partita la rivolta. Dal 15 gennaio, fino al 20, nessun TIR trasporterà un centilitro di benzina raffinata.
Si legge sul manifesto dei Forconiani: “Stanotte alle ore 00 del 15 gennaio – leggiamo – si muoveranno i Tir degli autotrasportatori siciliani presso i presidi stabiliti in tutte le province, accompagnati da manifestanti provenienti da tutta I’Isola per gridare forte l’indignazione contro una classe politica di ladroni e nepotisti. Il sistema politico istituzionale è al collasso, i politici rubano a doppie mani ,la stessa cosa fanno i burocrati, non c’e… spazio di discussione per risolvere il problemi della gente. Lombardo presidente della Regione siciliana si dichiara incapace d’intervenire, mentre l’economia del’Isola è ferma e le aziende e le famiglie sono al fallimento. Tutti ci aspettiamo delle risposte, ma non sappiamo da chi. Questo è il momento cruciale per intervenire, per cambiare le regole democratiche ed istituzionali: la rivolta dei siciliani è necessaria ed urgente. A morte questa classe politica come si è fatto contro i francesi con il vespro”.
Elenco qui sotto i punti caldi in cui le principali manifestazioni si stanno ingigantendo sempre più:
- Provincia di CataniaPiazzale antistante il Porto di Catania
- Zona Industriale Rotonda VIII Strada
- Tangenziale di Catania pressi svincolo Paesi Etnei
- SS 114 Bivio pressi Hotel Orizzonte
- Trepunti di Giarre
- Provincia di MessinaPiazzali antistanti i Porti di Messina
- Ingresso Milazzo, svincolo Giammoro
- In prossimità del casello autostradale di Villafranca Tirrena
- In prossimità del casello autostradale di Tremestieri
- Provincia di PalermoCirconvallazione pressi rotonda di Via Oreto
- Piazzale antistante il porto di Palermo
- Piazzale antistante il porto di Termini Imerese e c/o la Zona Industriale
- Rotonda Villabate
- SS 121-189 Palermo – Agrigento in prossimità del bivio Vicari
- Provincia di SiracusaRaffineria ESSO/ERG/SAXXON/AGIP/ENI
- Autostrada SR / CT in prossimità dello Svincolo di Lentini
- SS 115 pressi uscita svincolo di Avola
- Provincia di RagusaScicli Contrada Rizza in prossimità del mercato dei fiori
- Modica – Sacro Cuore
- Piazzale antistante il Porto di Pozzallo
- Piazzale antistante il Mercato di Donnalucata
- Provincia di AgrigentoLa Rotonda Giunone
- Provincia di CaltanissettaHotel Ventura / Rotonda Capodarso
- Prossimità Raffinerie ENI-ENIMCO di Gela
- Ingresso Gela provenienza Caltagirone
- Rotonda Capodarso
Fino ad ora, i primi due giorni di protesta sono andati alla grande: “Cento mila siciliani scendono in piazza in tutta la Sicilia facendo esplodere tutta la loro rabbia contro questa classe politica di delinquenti e ladroni e i pochi giornali e tv nazionali non sanno riportare le notizie”, dice Martino Morsello, del ‘Movimento dei Forconi’, che ringrazia la stampa estera e gli osservatori esteri che, aggiunge, “stanno guardando a questi moti rivoluzionari siciliani come un obiettivo da trasmettere a tutto il popolo europeo che aspetta gli esiti di quanto succede in Sicilia”. La stampa italiana invece è tutt’ora latitante: Sembra che Monti abbia imparato molto da Berlusconi.
Lo slogan della rivolta é: “Si’ un omu camina calatu torci la schina, se un populu torci la storia” non ho la più pallida idea di cosa voglia dire, ma sono sicuro che siano parole gagliarde.
La terra di Luigi Pirandello, Giovanni Verga, Tomasi di Lampedusa, Leonardo Sciascia e Andrea Camilleri, la terra che tanto ci ha insegnato, continua ad insegnarci. É il momento che tutta l’Italia prenda ad esempio il popolo siciliano, che si ribelli all’unisono in nome della ripresa della nostra sovranità popolare. Non dobbiamo farci fermare dai poteri forti che hanno messo a tacere tutti i principali media italiani. Loro sono consci che in Sicilia sta nascendo qualcosa di pericoloso e vogliono soffocare le nostre grida, sul nascere. Non possiamo permetterlo.
Fonte: ilcorsivoquotidiano.net
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